Per una serata speciale ci vuole un ristorante speciale. Alla Francescana non c'era posto, dal momento che è tutto prenotato fino a metà novembre (alla faccia della crisi !!), così decido di portare Angela all'Osteria del Viandante. In pieno centro a Rubiera, all'interno della vecchia rocca duecentesca riadattata nei secoli successivi, l'Osteria occupa un vecchio appartamento del XIX secolo che era stato di proprietà di un nobile locale. Soffitti affrescati, una lunga scala che ti porta alle sale da ristorazione, quadri e cimeli vari alle pareti, il tutto, pur dotato di una sua originalità, sa un po' troppo di antico, sembra di essere nella residenza privata di qualche aristocratico che come arredatore si sia scelto un architetto di centocinquant'anni. Il gestore, persona affabilissima e molto disponibile, ci fa accomodare in una delle stanze da ristorazione. Tavoli ben distanziati, tovagliato elegante, alcune bautte, le tipiche maschere del Carnevale di Venezia, alle pareti, che danno un tono un po' malinconico all'ambiente. Il locale è rinomato per la carne, ed in particolare per la bianca piemontese, una delle migliori degli allevamenti italiani, e così la scelta diventa quasi obbligata. Partiamo con due crudità di carne marinata all' olio con erbe : molto ma molto buone, carne tenera e di grande qualità. Poi facciamo un'escursione nelle zuppe : mia moglie ordina una zuppa di orzo e lenticchie, buona, ma tutto sommato simile ad altre che avevamo assaggiato, io invece mi faccio servire la zuppa del pellegrino, un cocktail bello denso di dodici specie di legumi diversi reso ancor più accattivante da piccoli pezzi di crosta di parmigiano : letteralmente da incorniciare. Ancora carne come secondo, naturalmente, una tagliata di codone di manzo : anche qui la carne è ottima, pochissime le nervature, e notevole il sapore. I due piatti , a differenza di quanto mi aspettassi, non sono guarniti da verdura, così ordiniamo come contorno dei piselli toscani in umido, particolarmente buoni. E da una sterminata lista dei vini abbiamo scelto un sontuoso barbaresco Vigneto Bordini La Spinetta del 2007. Pensate ne sia rimasta una goccia?... Ci ha fatto compagnia anche un buon dessert, pesche saltate in padella in letto di pistacchi e con gelato alla vaniglia. Da ultimo il caffè, non eccezionale, ma particolare il cucchiaino che lo accompagna, interamente di cioccolato, destinato ad essere fagocitato una volta mescolato il caffè. Il conto finale non è sicuramente leggero, ma obiettivamente la qualità dei piatti è alta. Magari se si rendesse un po' più allegro e vivace il tutto...
Consigliatissimo!!
[PIPPI]
26/09/2014