Traggo questo testo dalla nota stampa che ha dato informazione dell'apertura dell'Osteria "La Lanterna di Diogene", reperibile in rete.
"Gestita da un gruppo di ragazzi diversamente abili cresciuti nel Centro “La Lucciola” offrirà piatti a base di ingredienti genuini, solidarietà e passione per il proprio lavoro.
“Vogliamo fare i lavori che ci piacciono e che sappiamo fare”; “Vogliamo stare insieme per aiutarci”; “Non vogliamo essere trattati come bambocci”; “Non vogliamo fare lavori per finta”.
Sono le voci di Nicola, Gregorio, Simona, Christian e altri ragazzi che hanno condiviso l'esperienza educativo terapeutica nel Centro di Terapia integrata per l'infanzia “La Lucciola” a Stuffione di Ravarino, in provincia di Modena. Giovani intorno ai 20 anni, che presentano disabilità di vario tipo e che, una volta maggiorenni, si sono chiesti che fare da grandi accarezzando un progetto ambizioso: creare un ambiente di lavoro dove stare bene e far stare bene gli ospiti, un'occupazione che permetta di guadagnare denaro e soddisfazioni, in un clima umano, dove ognuno possa crescere lavorando.
Nasce da qui l'idea dell'Osteria “La Lanterna di Diogene”, che sta per essere inaugurata a Solara di Bomporto.
Il nome si rifà alla storia di Diogene e della sua famosa lanterna: ricordate l'antico filosofo greco sempre alla ricerca di qualcosa di veramente umano, autentico, sincero nel mondo intorno a lui? E dalla ricerca e dalla passione nel mettere insieme e amalgamare umanità nel lavoro, sincerità nei rapporti, genuinità e bontà nei cibi nasce la cucina della Lanterna.
All'interno, in una saletta arredata con antichi mobili di famiglia, vi accolgono Giovanni, l'oste, Simona, Nicola, Christian e altri giovani che gestiscono il locale.
Il progetto nasce da lontano, ha radici nella storia dei ragazzi, nell'esperienza che hanno vissuto insieme nel Centro “La Lucciola”. Qui hanno imparato a conoscere se stessi e gli altri, a guardare la realtà del mondo esterno e anche quella del proprio mondo interno, affrontando paure, rabbia, insicurezze mentre imparavano a cucinare, coltivare l'orto, il frutteto, ad allevare galline: alla Lucciola, infatti, gli spazi di terapia, di lavoro e di studio coincidono con gli spazi di vita. Così i ragazzi hanno scoperto che per mangiare bene occorre usare ingredienti genuini e che curare l'orto serve per cucinare cibi più saporiti.
Per realizzare il loro progetto i ragazzi hanno costituito una cooperativa sociale che si chiama come l'Osteria, “La Lanterna di Diogene”. Una volta nata la Cooperativa, sono sorti mille problemi: come iniziare un'attività così complessa senza risorse economiche?
Una spinta decisiva a partire è arrivata dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, che ha stanziato un significativo contributo per la ristrutturazione della casa, acquistata grazie a mutui, prestiti e all'impegno dei genitori. Tutto lo staff della Lucciola ha sostenuto la lunga e complessa fase di avviamento dell'iniziativa. Col contributo della Fondazione è stato possibile realizzare il restauro dei locali destinati alla ristorazione: cucina, sala ristorante, bagni, spazi esterni, così da poter iniziare l'attività nel settembre 2006."
Ho ritenuto opportuno inquadrare il contesto nel quale è nata l'osteria “La Lanterna di Diogene”, utilizzando brani del comunicato stampa a suo tempo diffuso, prima di descrivere la mia serata.
L'Osteria è un casolare sull'argine del Panaro. Da Solara è ben segnalato con diverse indicazioni ed è agevole giungervi, pur essendo il posto assolutamente isolato. La sala da pranzo è ampia ed accogliente. L'ambiente è molto allegro, ci sono tre tavolate abbastanza numerose, noi siamo in 7. Il servizio poggia in parte su ragazzi normodotati, in parte su ragazzi diversamente abili. Gli antipasti sono a buffet su un tavolo centrale, sono diversi e tutti molto gustosi. Insalata di farro, un'altra insalata a base di broccoli, cipolle in agrodolce, funghi, formaggi ed altri ancora. Una grande varietà. Come primi tortelli spinaci e porri e maccheroni al ragù, entrambi molto buoni. Un grandioso umido di bianca modenese con contorno di patate al forno e pomodori ripieni come secondo, infine dolci ed amari anch'essi a buffet. Tutto ottimo, e non è un giudizio in un qualche modo indulgente in relazione al profilo sociale dell'iniziativa. Una bottiglia di grasparossa che ho letto essere imbottigliato dall'osteria vecchia di Zocca e due bottiglie di prosecco del quale non ricordo la cantina per un totale a prezzo concordato di 30.5 euro.
Ero stato all'inaugurazione del locale, ma non avevo mai avuto l'occasione di andarci a cena. L'ho fatto, ed è stata un'esperienza da raccomandare caldamente. Segnalo, infine, che sul biglietto da visita è indicato che è aperto solo su prenotazione.
Imperdibile!!!
[g.falconline]
31/10/2008