Prenoto alla Trattoria Sotocastel la cena sociale dell'associazione di cui faccio parte, per cementare amicizia e raccogliere fondi (un po' come la cena organizzata dal gestore di questo sito per Haiti).
Il locale è nel centro storico di Arbizzano, in Valpolicella. Vi si arriva attraverso una stradina stretta, fiancheggiata da due alti muri di brolo in sasso di tufo, bordata ogni tanto da vecchie corti di campagna in mezzo a gruppi di cipressi. In una di queste, passando per un antico volto con un grande portone in legno, ora sempre aperto, si trova la trattoria, che ha anche un piccolo parcheggio interno in ghiaino ed uno spazietto per mangiare all'aperto nella bella stagione, sotto il pergolato di una vigna, protetti da due grossi ombrelloni in legno e tela di canapa beige, circondati da alcuni bellissimi olivi.
Dentro l'ambiente è piccolo e semplicissimo, tavoli in legno e tovaglie a scacchi bianchi e rossi. Servizi vecchiotti, ma si sente profumo di pulito. Cucina in vista dietro il bancone, cosa che io ritengo sempre positiva. Il personale è cortese, senza tanti fronzoli.
Comincio dal conto, perché ho prenotato io e concordato il menu.
Siamo in 17. Assicuro che non porta sfiga, state a sentire.
22 euro a testa di costo effettivo, poi ognuno aggiunge quello che vuole per la cassa della confraternita. Rapporto notevole tra qualità, quantità e prezzo.
Da bere acqua liscia e gasata a volontà, vino genuino di una cantina locale, non di gran nome, Valpolicella sfuso da 12° a volontà (messaggio in codice: vino - a - volontà, ripeto, vino - a - volontà).
Antipasto a base di polentina, soppressa e lardo di colonnata, con olive, salsine vegetali e sottaceti. Gustoso.
Bis di primi. Bigoli con radicchio rosso e ricotta affumicata. Molto buoni. Poi risotto col tastasàl, cioè macinato di maiale, pepe e noce moscata. Squisito. Quindi, ripasso con i vassoi, di bigoli e risotto (messaggio in codice: bis - del - bis, ripeto, bis - del - bis).
Qui iniziano i problemi… più che altro per gli stomachi di dimensioni ridotte. Io, lo confesso, ho fatto il bis solo di risotto e sarei stato quasi a posto. Ma siamo passati al secondo.
C'era ampia scelta, sei sette secondi per tutti i gusti. Io ho preso costolette di agnello impanate, ma non fritte, cotte alla brace. L'impanatura, col calore, si fonde bene con la carne. Anche queste una bontà. Non le ho mai mangiate così da nessun'altra parte. Verdure cotte in tegame: coste, carote, verze, patate al forno e altre che non mi ricordo. Ottime ed abbondanti.
Dolci al tagliere: sbrisolòna e tortine varie alla frutta che non ricordo bene (forse cominciavo ad essere leggermente alticcio, a causa del primo messaggio in codice). Niente di particolare, ma buone e sempre abbondanti.
Caffè per chi lo vuole, non io. Resentìn per chi lo vuole, un Jagermeister per me.
Conclusione: cinque cappelli no, perché ho frequentato troppo la Francia e ci sono superiori, non c'è niente da fare. Arroganti, più cari di noi, ma ho mangiato in posti superiori a quelli nostri, seppur ottimi. Così i miei giudizi finiscono per essere un po' più bassini della media.
Questa è una trattoria che non ha pretese, roba genuina e tradizionale, in un bel posto.
Io direi di segnare quattro chapaeaux, ma considerateli pure quatro sciapò e mèxo.
Consigliatissimo!!
[pattyb]
25/01/2010
Davvero una buona cenetta, complimenti!