"Il mondo è il monastero dell'uomo saggio;
La vita è il suo maestro”
Mi perdoni chi non apprezza le recensioni troppe intime e ricche di spunti emotivi, di memorie e di speranze. Perchè questa sarà così.
Non posso scindere il cibo dalle emozioni, perchè mi nutro di entrambi e non potrei vivere senza nessuna di queste due cose.
14 luglio, caldo, una canicola siciliana. Le figure in lontananza sono tutte sfocate, come in certi film che raccontano del Messico.
E invece siamo a Modena, pieno Centro Storico, dove sono catapultata a fare alcuni giri notarili e avvocatizzi, non proprio così piacevoli.
Poi mi dico che posso rendere piacevole la permanenza invitando Monica a pranzo.
Pensa e pensa (2 volte) ci vien subito in mente di andare da Marcello.
Io ho molta voglia di vederlo e l'Osteria della Pomposa è uno dei luoghi del cuore.
Ci incamminiamo con passo stanco e nella mia mente di formano immagini di stradine desolate della Sicilia continentale, con me e Monica vestite di nero, con tanto di Foulards in testa e baffo selvaggio...è il caldo, ancora non ho bevuto niente
Fortuna che arriviamo subito e ci accomodiamo all'interno.
Subito notiamo una faccia famigliare.
E' Dado, che smangiucchia ciccioli e pane su uno di quei bellissimi tavoli alti che mi fanno impazzire.
Dado è una persona speciale, uno di quegli uomini che sa trattare la donne con il rispetto e la dedizione che si meritano.
Ci accoglie con un "ciao splendide donne" e non ci leggi affettazione o bugia.
Perchè sono sicura che lui ci vede splendide davvero, ognuna di noi per la sua caratteristica.
Ci aggreghiamo immediatamente al suo tavolo anche perchè fra pochi minuti ci raggiungerà l'uomo più richiesto d'Italia, Ema.
Ed infatti eccolo arrivare con tanto di bottiglia di lambrusco freschissima (di cui non ricordo il nome, magari lo inserirà).
Cominciamo subito con i brindisi, e intanto se ne vanno la prima bottiglia di vino e i 2/3 piattini di coppa e ciccioli.
Perso il conto dei panini, scusate.
Ordiniamo due piatti di impepata di cozze in 3 : i due piatti andranno uno ad ema e uno alla Monica, dai quali attingerò senza vergogna poi capirete perchè.
Come primo per Dado un superveloce spaghetto con le vongole, idem per me e Ema e una rosetta per Monica.
Nell'attesa delle cozze esploriamo il magnifico mondo dell'ormone maschile fatto persone, divertendoci moltissimo.
L'attesa è di 12 minuti esatti, il tempo per cuocere le cozze in diretta (non sono precotte) e arrivano due super piatti giganteschi.
Le cozze sono di qualità eccellente, fresche, si sente e cotte a dovere TUTTE, non ce n'era una chiusa!!!
Inoltre, il sugo che le accompagnava era il giusto mix di vino, limone e spezie, con pochissimo aglio per non coprire l'ottimo sapore delle cozze.
Io le consiglio a tutti, me ne farò portare un secchio pieno la prossima volta e pernotterò lì finchè non le avrò terminate.
Monica e Ema mi incoraggiano ad assaggiarle e quindi ne mangio metà piatto da uno e metà dall'altro col risultato di essere l'unica a mangiarne un piatto intero.
Inoltre mi "secco" tutto il sugo di accompagnamento di Ema che si era nel frattempo fatto distrarre dall'arrivo di Angela (magnifica ragazza un po' aggressive ma simpatica!).
Ri-perso il conto dei panini: scusate.
Dado intanto ha terminato i suoi spaghetti, prende un caffè e ci saluta, sempre nel suo modo galante che ci piace un sacco.
Il posto è preso da Angela che prende solo una patata arrosto.
Nel frattempo arrivano anche i nostri spaghetti e le rosette di Monica.
Gli spaghetti superlativi, le rosette pure.
Io, stremata dalle cozze, non prendo dolce, Ema e Monica prendono due torte della nonna con crema gelato.
Sulla torta spero che spendano loro due parole, anche se si meriterebbe un libro intero.
Spesa procapite 18 euro (così mi sembra di aver capito, perchè ha pagato come al solito Ema).
Intanto che si consumava cotanto pranzo guardavo Marcello muoversi fra i tavoli sempre più sicuro.
L'ho visto, magro e provato dalla fatica, ma felice, di una felicità reale.
Gli occhi lucidi per il caldo, il sonno e per la gioia di vederci soddisfatti.
Così penso ai cambiamenti e al coraggio che serve ad affrontarli, ma anche a quanto ripaghi poi l'averli fatti.
E mi è venuta in mente una frase del Vangelo che dice cosi "le cose vecchie sono passate, io oggi ne faccio di nuove".
Allora ho pensato che quello che hanno fatto Marcello ed Ele non è stato altro che diventare adulti, col coraggio di cambiare pur rimanendo gli stessi.
Il coraggio è l'unica magia che val la pena di possedere. (Erica Jong)
Imperdibile!!!
[joy]
15/07/2010
Dalle recensioni, vedo che le visite all'osteria salgono velocemente
Bravi, ragazzi