Tour de France gastronomico con contorni Â? 7
Le dune di sabbia lasciano i radi cespugli d'erba e scendono contro le onde alte e fredde dell'Atlantico. Le vediamo sul sentiero delle tre cappelle, Tronoën, St. Lizy e St. Vio, tra i prati, le querce e i loro calvaires, col profumo del mare, perché sono lì vicine, a poche centinaia di metri dall'acqua. Poi scendiamo anche noi sullo spiaggione... non in costume, ma con lo spolverino... il vento, la sabbia e gli spruzzi formano una nebbiolina distante, che sfuma le innumerevoli casette bianche e grigie che punteggiano l'orizzonte. Il sole compone tanti piccoli arcobaleni.
Non poteva che finire sul mare questa seconda giornata di Bretagna, al porto di Kerity, sulla punta di Penmarc'h, in un locale semplice, non turistico (ma rinomato tra gli autoctoni), quasi povero; al bar del piano terra i pescatori bevono birra, per andare al ristorante si sale una stretta scaletta di legno e si va al piano di sopra.
Due vecchie megere dettano i tempi ai giovani camerieri. Tutto si svolge in modo ordinato, anche se c'è un fracasso di gente dentro. Tantissimo smercio. I bagni sono puliti, seppur un po' vecchiotti.
A Kemper (Quimper), in questa settimana, c'è il Festival di Cornouaille. Ci siamo andati apposta: musiche e balli celtici e altre manifestazioni folkloristiche, presentate da gente di tutte le provenienze celtiche (oltre alla Bretagna, anche Scozia, Irlanda, Galles e Galizia) per otto giorni, una festa continua a tutte le ore.
Al pomeriggio, abbiamo seguito per un'ora, in mezzo alle meravigliose viette e piazzette del centro storico, lo sciame dietro le cornamuse e i tamburi dei suonatori della Bagad (la banda di Kemper), con uno scozzese preso in prestito assieme al suo gonnellino, gli altri con i cappelli neri del Finistère. Le donne ballavano (e mi sembra anche qualche maschietto), qualcuna con il suo costume tradizionale, qualcun'altra senza.
Ci ricordiamo a tavola della bella giornata passata e ce la rigustiamo.
Qui a casa, su Youtube, casualmente ho trovato un video amatoriale di non so chi http://dailymotion.virgilio.it/video/xe3c09_festival-de-cornouaille_music che riprende una parte della manifestazione e... anche il carolingio (polo arancio e occhiali scuri) e il falchèto (camicia a scacchi e pure occhiali scuri)...! Bestia! Bella questa, mai provata!
Niente mise en bouche, qui si va subito al sodo e si raddoppia al primo piatto.
Le due entrèes iniziali di Dorìs sono otto ostriche al limone e quindici grossi scampi lessati, pure al limone, su un letto di lattuga. Semplici, freschissime/i. Io diffido sempre delle ostriche e del pesce crudo in generale, ma qui, come si fa a non mangiarle? Ne va via un piatto ogni dieci minuti. Eccezionali.
Le due seconde entrèes comprendono un piattone con dodici vongole veraci giganti (mai viste così, assomigliavano a dei fasolari per le dimensioni, ma non erano fasolari), cucinate come lumache alla bourguignonne, con aglio, prezzemolo, pangrattato e burro, e un secondo piatto con una enorme capasanta, dentro alla quale erano stati posti tanti pezzetti di altre capesante gratinate con besciamella. Tutto buonissimo.
Con mezza Badoit, da bere abbiamo ordinato un bianco Touraine AOC del 2009, da 12,5°, Chateau de la Roche di Pierre Chainier, che ha cantina e vigneti ad Amboise, sulla Loira. Un vino straordinario, che assomiglia un po' al nostro malvasia, colore giallo brillante, lontano sapore di agrumi e frutta matura, profumatissimo, gran boccato, leggermente mosso. Uno dei migliori mai bevuti. Ne ho ordinato per fortuna una bottiglia grande, che mi sono fatto fuori quasi da solo. Alla fine, mi sentivo le gambe un po' girevoli... ma che roba, sto vin de Loire!
Il piatto portante, uguale per entrambi, presentava un salmone fresco, un merluzzo e un altro pesce del giorno, di cui ho chiesto il nome al garÃon, ma poi non è stato in grado di fare la tradussiòn... era intrigato poverino, con la vecchia sul coppino, e io non ho insistito. I pesci erano cotti al forno in salsa di burro e vino bianco, accompagnati da carote e sedano julienne, zucchinetti lessi e patate al forno (superottime). Grande anche questo piatto, abbondante, succulento, il pesce quando è fresco si sente, non c'è niente da fare.
Arriva anche il dessert, che ci dividiamo. Gelato al limone su crostata al limone e meringa all'italiana calda. Poi, una semplice creme brulèe fatta in modo divino. Ottimo anche il dessert.
Il conto di Dorìs è di 30,10 euro a testa, proprio bene, servizio ottimale; i giovani camerieri si sono comportati bene (non sono stati sgridati dalle vecchie), ma anche la cucina è organizzata bene, tutti marciano in sintonia. In un'ora e mezza, verso le dieci di sera, abbiamo finito.
Prima di uscire, con la testa che gira un po' per il gran vino, e col cielo vivido del tramonto che si sta riempiendo di nuvole minacciose, faccio in tempo ad osservare, dalla finestra di legno riverniciata di bianco e un po' malmessa, la bassa marea, che nel porticciolo attacca le barche alla sabbia. I gabbiani gridiano, svolazzano e saltellano di qua e di là a beccolare qualcosa, nella distesa immensa di acqua sottile che c'è e non c'è.
Andiamo fuori abbracciati come una coppietta di morosi, sul lungomare vuoto.
(amore viscerale e anche una certa difficoltà iniziale a reggermi bene in piedi da solo... )
Imperdibile!!!
[cioz]
03/08/2010