Tour de France gastronomico con contorni Â? 12
Manca poco ormai per ritornare in Italia, ma qui, contro ogni possibile previsione, data dalla stanchezza del lungo viaggio e dal tempo passato lontani da casa... inizia l'apoteosi...!
La nostra chambre d'hotes è a Lusigny, sulla porta del Parco Naturale de l'Orient, ma anche ad una decina di km. dalla zona Champagne A.O.C.
Sempre per il c..o che ha sostanzialmente contraddistinto questa vacanza (escluso il primo giorno... ), GUARDA CASO, veniamo a sapere, ciacolando con il nostro ospitante, che il 24 e il 25 luglio (cioè proprio i due giorni in cui siamo lì noi!) si svolge l'annuale Festa dello Champagne negli otto villaggi del cuore della zona A.O.C. della Vallèe de l'Ource.
L'organizzazione dei vignerons ti vende un passaporto con dei tagliandi da staccare, uno per ogni cantina, con mappa e indirizzi, storia e spiegazione dell'attività di ogni cantina, e un flute al costo complessivo di 8 euro. Per due giorni si possono visitare i paesini in mezzo ai vigneti, in un paesaggio incomparabile, senza una casa o una cosa fuori posto (non come in Italia... ), e in 22 (ventidue!!!) cantine hai diritto al riempimento del flute con lo Champagne di loro produzione e puoi visitare la cantina e degustare altre offerte di vino o di cibi, qualcuna a pagamento aggiuntivo, qualcun'altra gratis. Passaporto e flute valgono per tutti e due i giorni. Ne prendiamo uno in due e si rivelerà comunque eccessivo...
Fantastico. Organizzazione perfetta. Parcheggi comodi in ogni dove, per poter accedere a piedi, passeggiando.
Cominciamo con Essoyes, centro geografico dello Champagne della Vallèe de l'Ource. La cantina Charles Collin è a Fontette, ma distribuisce il vino lì, al centro di smistamento. Beviamo il flute. Perlage fine e persistente, 12°, melangè (anni 2006 e 2007, ce lo hanno detto), molto buono, nessun retrogusto, bello fresco.
Non lo sapevo neanch'io, gli Champagne sono di due tipi: melangè e millesimè. Riporto quanto mi ha detto il contadino, se ho capito bene. Loro non mescolano le uve, come facciamo quasi ovunque da noi. Loro mescolano i vini, anche di vendemmie di anni differenti (melangè), oppure dello stesso anno (millesimè); in quest'ultimo caso l'annata è scritta sull'etichetta, altrimenti non c'è scritto niente.
Seconda cantina: Philippe Guenin. Beviamo un brut melangè da 12°. D'ora in poi non lo scriverò più, tutti gli Champagne bevuti fanno 12°. Molto buono anche questo, ottimo perlage e sapore sciolto.
Hanno acceso il fuoco davanti alla cantina e c'è la gradella sopra. Stanno facendo l'andouille alla brace. Qualcuno ricorda una recensione di Magnanima di qualche mese fa, dove si parlava dell'andùia calabrese? Ecco, l'andouille ci assomiglia: si tratta di un grosso salsiccione riempito con le diverse interiora del maiale a pezzi. Non è però piccante, ma leggermente speziato, buonissimo. Ce l'hanno dato assieme ad una bella porzione di patatine, fritte lì al momento, costa 5 euro e ce lo facciamo fuori in due. Che spettacolo impagabile, sotto un bel soletto, nel cortile della cantina, guardare i vigneti e sorseggiare Champagne con l'andouille!
Questo primo giorno riusciamo a fare “solo” sei cantine. Per strada c'è gente che va di qua e di là e sono solo le tredici e trenta... Per la festa, qui i bambini vengono dipinti sulla faccia da gatto, da topolino... che belli... non l'avevo mai visto prima con questa frequenza. Ci sono poi tendoni bianchi con esposizioni di quadri, di artigianato locale, vendite di patè particolari con assaggi gratuiti, e poi sempre grigliate fumanti o con l'andouille o con spiedini di poulet, oppure preparano sul posto, lì davanti a te, invitanti insalatone a prezzi bassi.
Terza cantina: Thierry Mercuzot. La cantina ha iniziato a lavorare solo nel 1999, ma è eccellente l'assaggio del millesimè del 2006. Ne comperiamo una bottiglia, costa 15 euro... chi ha detto che lo Champagne è stracaro? Forse è perché da noi arrivano solo i Moët et Chandon, più famosi, più pubblicizzati... questi invece, credo siano più veri...
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Visitiamo la cantina e ci viene spiegato come si fa a fare lo Champagne. Nemmeno questo sapevo. A me sembra una cosa interessantissima, per gustare meglio il tutto. Se qualcuno non avesse pazienza, può saltare questa parte.
Mostatura subito dopo la vendemmia. Per fare lo Champagne rosè usano il Pinot nero per circa il 60% (il resto è Chardonnay) e solo per il rosè lasciano il mosto qualche giorno con le graspe, perché prenda il colore.
Il bianco è quasi sempre costituito da Chardonnay, con una media del 10% di Pinot nero (il Pinot nero dà allo Champagne un potenziale di invecchiamento notevole, che altri vitigni non danno: questo lo differenzia da quasi tutti gli altri vini bianchi e si può bere, ottimo, a diversi anni di distanza dalla vendemmia). Senza ulteriori attese o altri travasi (come invece facciamo noi), il vino viene imbottigliato subito, però con tappo-corona, e la bottiglia viene lasciata orizzontale per 15-24 mesi. Dopo oltre un anno, ogni tanto se ne apre una per assaggiarlo, e quando si ritiene il vino maturato al punto giusto, si mettono le bottiglie rovesciate con il tappo in giù e il culo in su, in appositi trespoli triangolari, per una settimana-dieci giorni, in modo che il fondo vada tutto a finire contro il tappo. Ogni tanto le bottiglie vengono smosse (o a mano o a mezzo di trespoli meccanici), così da far andare verso il tappo tutti i residui di fondo. Sempre col culo in su, il collo della bottiglia viene quindi messo nella cosiddetta “macchina del freddo”, che porta il collo ad una temperatura di 25° sotto zero. Il fondo si cristallizza e si ghiaccia: subito dopo viene tolto il tappo corona, che parte con un botto assieme al fondo ghiacciato. Per riempire la parte di bottiglia rimasta senza vino, si usa un “liquore”, il cui contenuto è “segreto”, ogni cantina lo fa a modo suo. In realtà si tratta di altro Champagne con l'aggiunta di zucchero, qualcuno ci mette anche un po' di cognac. Così si ridà il pieno alla bottiglia e si mette il tappo di sughero con la capsula e il fil di ferro. Il “liquore” solitamente è diviso in due diversi contenitori: uno con più zucchero per il demi-sec, un altro con meno zucchero per il brut.
La fermentazione in bottiglia mantiene all'interno tutta l'anidride carbonica e quindi col tempo la pressione e la gasatura aumentano. Perlage fino e persistente, traguardando in controluce le bollicine, significa che la quantità di anidride carbonica è tale, e continua, da garantire stagionatura e maturazione ideali.
Io non sono un esperto, ma questo mi è stato detto là (se ò capìo ben el francese...).
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Tra una bevutina e l'altra, continuiamo con gli assaggini gratis di bloc de fois gras, con crostini di pane, o di patè di lumache.
Quarta cantina (nel frattempo ci siamo trasferiti a Loches sur Ource): Michel Tassin. Il migliore Champagne in assoluto. Ne comperiamo due bottiglie, un rosè e un brut, totale 22 euro. Perlage finissimo e persistente, gusto sciolto, profumato, va giù che è un piacere. Anche qui visitiamo la cantina sottoterra, sono dei lunghi cunicoli di pietra dove riposano, in couvèe, circa 120.000 bottiglie.
Inutile dire che anche da queste parti, come da noi, il gusto del vino dipende molto anche dal terreno dove crescono le vigne: sabbia, calcare, argilla o sassi o limo, o alcuni di questi materiali mescolati assieme, non danno lo stesso risultato.
Quinta cantina: sacrileeegio... SACRILEEEEEGIO !!! Lo Champagne di Alain Doussot... ne beviamo un po'... non era dei migliori, neanche male, ma siamo “costretti” a dar da bere ai fiori lungo la stradina...
Sesta cantina: Richardot. Lo Champagne lo assaggiamo, ma poi, invece della sputacchiera del Vinitaly... ci sono ancora i fiori... Arguiamo che non sono forse gli Champagne ad essere malaccio, ma che invece è ora di rientrare, non abbiamo più la “serenità ” ( eeeeehhhhhh... ) per giudicare bene. Faccio guidare ma femme, che ha bevuto un po' meno, perché in giro è pieno zeppo di gendarmerie.
Ho un lontano parente, risalendo ai tempi di Neanderthal... una specie di zio... frequentatore di GM, che ama solo il bianco con le bollicine... So anche di “altre” persone (femmine) che sono appassionate di bollicine... A lui e a chi altri lo vuole, l'invito a dare un'occhiata al sito www.routeduchampagne.com e la proposta di organizzare una spedizione in comitiva per il prossimo anno, perché una cosa così non l'avevo mai vista e mai fatta in vita. Quattro giorni via, tre notti, o anche uno in più per vedere Troyes e il Parc de l'Orient. Ci sono bellissime chambres d'hotes a prezzi bassi.
Scopro anche (e c'è una sezione apposita sul sito) che in Francia fanno la raccolta delle capsule metalliche che fermano il tappo di sughero dello Champagne... come io con i “querciolèti” da piccolo... che mi guadagnavo ciccandoli come con le picce...
Il giorno dopo tralascio di descriverlo, perchè il pranzo e il pomeriggio lo passiamo ancora a mangiare le specialità contadine nei tendoni o vicino alle grigliate all'aperto e a sbevazzare Champagne in altri tre villaggi, attraverso strette stradine in mezzo ai vigneti: Landreville (cantine Jean Jacques et Sebastien Royer, Veuve Virey e Renè Jolly, quest'ultimo eccezionale, prendiamo un'altra bottiglia a 13 euro), Viviers sur Atout (Robert Grandpièrre), Noè les Mallets, 124 abitanti tutti viticultori � anca i butìni... - (ce n'erano quattro di cantine, ma noi andiamo solo da Veuve Doussot, formidabile!).
Ci sono rimasti fuori i villaggi di Fontette e Cunfin. Non arriviamo a visitare tutte le 22 cantine, ci fermiamo ad 11. Non credo sia umanamente possibile farle tutte e star bene... Degoutez avec modèration! � l'invito degli organizzatori che noi accogliamo volentieri.
Noi torneremo senz'altro, uno spectacle, veramente, da non poter perdere.
La prossima Route du Champagne en Fête sarà il 7 e l'8 agosto 2011 nella Vallèe de l'Arce, lì vicino.
Imperdibile!!!
[carolingio]
08/08/2010