Mi reco lunedì scorso al consueto ritrovo con carolingio per un'escursione montana, purtroppo ancora una volta lasciata deserta da membri di questo sito (ma non credano alcuni personaggi non ancora intervenuti di schivarsela .... : riusciremo a farli partecipare !!!! .
Ritrovo, ancora una volta, al passo delle Fittanze (m. 1399), valico alpino dei monti Lessini, altipiano dall'enorme inaspettata estensione, zona di pascoli infiniti...
Ma in questa occasione, rispetto a quando arrivammo a Castelberto (quella volta c'erano anche Joy e signora, che 'stavolta hanno dato forfait : li aspettiamo senz'altro la prossima...!) fa molto freddo: giungo in loco per primo e sono costretto ad attendere in auto.
L'arrivo di carolingio viene miracolosamente salutato dal sole che improvvisamente si affaccia tra le nubi: la temperatura si innalza e l'umore ... anche.
Mi dice che è perchè ha appena tolto gli occhiali scuri per mettere quelli chiari. Lì per lì non ci faccio caso: gli insegnanti son strani ... beato chi ci crede , ecc ecc.
Ci incamminiamo. Il paesaggio è bellissimo. Si vede che ora siamo a fine agosto: i colori sono vividi, l'aria è tersa e i contorni nitidi. Le mucche non mancano, anzi ce ne sono un'infinità, e neppure le tipiche formazioni rocciose tondeggianti che ho riscontrato solo qui, come pure i numerosi caratteristici laghetti artificiali perfettamente rotondi, che riflettono il cielo, situati al confluire delle valli verso il basso, abbeveratoio per il bestiame.
Il sole si fa sentire e carol inforca gli occhiali scuri. In un istante il tempo cambia improvvisamente e il sole se ne va.
Mi dice il compare che succede sempre così: appena mette gli occhiali chiari viene il sole, appena li cambia con quelli scuri il sole se ne va via. E, questa volta, c'è da credergli !
Il progetto originario del percorso avrebbe previsto di raggiungere malga podesteria (m1655) che, mi diceva carol, "non è un gran che come cibo ma ci si può accontentare", oppure avremmo tentato di arrivare sul Monte Tomba (m. 1766), il punto più alto della Lessinia.
In corso d'opera si prevede invece forse di raggiungere certi casolari presenti sul lato sinistro in quanto dal punto più alto il panorama non cambia molto.
Invece, mentre camminiamo, il tempo peggiora progressivamente (gli occhiali scuri sono ancora sul naso di carol, n.d.r. ... ), tanto che si rischia un temporale: la strada è tortuosa, il rifugio Podestaria continua ad avvicinarsi ma non lo si raggiunge mai. Affrettiamo di molto il passo per evitare il peggio ed arriviamo che già cadono le prime gocce di un enorme nubifragio, il cielo si oscura, i monti scompaiono coperti da fitte nubi, non si vede più nulla: per fortuna che avevamo prenotato, altrimenti, ci dicono, avrebbero chiuso e per noi sarebbe stato un disastro!!!
L'edificio è scarno, spoglio, semplicissimo: una parete intonacata color cemento con scritto il nome del rifugio a caratteri cubitali con vernice. A fianco un'improbabile chiesetta, ma grande, in pietra di Lessinia, spoglia internamente, quasi una catacomba.
L'interno del rifugio è buio: ci accendono, dopo del tempo, strani lampadari a gas dando letteralmente fuoco ad una specie di lampadina che funge invece da stoppino. La luce è inaspettatamente calda e vivace, tutto si rischiara, il mobilio è povero, semplice, piuttosto scuro, ma l'ambiente, ravvivato dal caminetto, inspiegabilmente allegro. Nel frattempo arrivano 4/5 disperati inzuppati d'acqua che si asciugano tra gli alari. Qualcuno di loro è in cammino da giorni per queste contrade a suon di 40 km pro die: son matti ... mica sono più giovani ...
Il gestore, all'apparenza burbero, ci elenca lentamente ad una ad una (nel senso che ogni volta sperava che prendessimo quella...) le derrate disponibili. Insisto con carolingio che voglio assaggiare roba locale, roba veneta. Lui che forse non ne può più dei cibi delle parti sue voleva birra e non so cos'altro, ma io spingo per la trippa, che preferirei in brodo piuttosto che alla parmigiana (voglio mangiare alla veneta, gli ribadisco ...), polenta, formaggio locale e soppressa (una sola porzione in due: carol vuol mantener la linea...) e vino, vino della zona.
Ehi!, alla faccia che non avremmo dovuto mangiar bene ... : partono le prime cucchiaiate, e la trippa è una squisitezza, fatta in casa dalla moglie del gestore si rivela freschissima e cotta al punto giusto, in brodo buonissimo ed aromatico, proprio il condimento giusto che ci voleva, il salame è morbidissimo e casereccio, il formaggio molto buono, quello della malga Lessinia, suppongo. Il 1/2l di vino è notevololmente buono come vino sfuso, anche se carol brontola che è Valpolicella prodotto in zona non proprio originaria che si fregia indebitamente dell'etichetta: lo lascio dire perchè è certamente vero, ma non essendo del posto non sono in grado di distinguere: a me par buono.
Rendo partecipe il legnoso gestore di queste nostre impressioni e improvvisamente il suo volto si rischiara, si illumina di un aperto sorriso.
Conto totale €30,50, incluso caffè: congruo e competitivo.
Giudizio sul locale: 4 cappelli
Il temporale passa in un attimo e lascia l'intero paesaggio meravigliosamente chiaro, terso, stagliato, con le ombre del pomeriggio che fanno risaltare i bordi di tutto, colori saturi come visti attraverso un filtro polarizzatore: una meraviglia.
Prego carol di non cambiare gli occhiali .... ! :
per non perdere tutto ciò in un baleno ... .
Consigliatissimo!!
[carolingio]
05/09/2010
Magari uno non ci crede, ma io sono anni che subisco questa derisione ad opera del fato e tu ora ne sei testimone...
Integro solo un attimo.
Raramente ho mangiato trippe in brodo così buone. Il gestore "rùstego" non ha portato i complimenti a sua moglie, così glieli ho fatti direttamente. Brava, in passato non avevo mangiato così bene.
Manca nella tua descrizione una terrinetta di coccio de "fasòi imbogonàdi", cioè stracotti con olio cipolla e pomodoro, che però invece di essere stracotti erano un po' duretti, non cotti bene, unico neo, altrimenti si poteva quasi arrischiare qualcosa di più, sempre rapportato a come si mangia di solito nei rifugi.
Ottimi i salumi e il formaggio e la polentina. Sono riuscito a non farti rimpinzare con un secondo a testa... in montagna a maggior ragione bisogna star leggeri, perchè poi avevamo un'altra ora e mezza a passo ben spedito, per rifare la translessinica.
Il vino era effettivamente parecchio buono per essere un sfuso, "tipo" valpolicella classico, usiamo questa espressione, perchè era fatto in Valpantena (a 25 km. di distanza circa...
Per il resto, ottima recensione Alfi, aggiungerò qualcos'altro se riuscirò a trovare il tempo di recensire l'acquisto dei formaggi di Malga Lessinia.