“Ci pensa lei Oreste alla visita della cantina?” grida la signora del bancone alla mia richiesta. Mi giro verso di lui per dargli la mano: “Signor Oreste...”
“Guardi, mi chiami pure Oreeste, neh... senza il Signoore... posso offrirle un caffè intaanto?...”
L'ho trovato seduto al bar dell'albergo a leggere il giornale, Oreste Brezza, titolare della cantina. Sotto gli occhialini da vicino, due occhietti vispi ed indagatori, e due baffoni bianchi e larghi come quelli del Re Umberto.
Vederlo in faccia, aiuta a gustare meglio:
http://www.brezza.it/pagine/ita/azienda.lasso
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Barolo è nel centro della zona del Barolo, non poteva essere diversamente. E' un po' come col Cartizze (area peraltro infinitamente più piccola): solo il vino fatto con l'uva Nebbiolo di quell'area può fregiarsi del titolo di Barolo. Semprechè abbia atteso alle altre prescrizioni del disciplinare, affinamento in legno (di solito, barrique francese piccola prima e rovere di Slavonia grande poi) per almeno due anni, più un altro anno almeno di bottiglia.
“Grassie Oreste, ma non bevo mai caffè... son qua parchè vorìa tastà r, vorei assagiare un po' di vino...”
Pronti. Andiamo giù sotto nella cantina, cui, da fuori, non avrei dato una cicca di tabacco, visto l'edificio nuovo, ma senza molta anima, che le è stato costruito sopra per ricavare un albergo.
La cantina invece è originale di duecento anni fa, con muri e volti in mattoni a vista, e tanti attrezzi di una volta appesi alle pareti. Ci sediamo su un bel tavolone di legno vecchio. Oreste, lo osservo, si muove sapendo già dove andare e cosa fare, anche negli angoli bui.
Primo assaggio: Dolcetto d'Alba S.Lorenzo 2009. Bel colore rosso rubino brillante, profumato e fruttato il giusto. E' un vino molto simile al nostro Valpolicella Classico, si beve molto bene a pasto. Dopo la mostatura dell'uva Dolcetto, viene affinato per circa sei mesi in acciaio e poi, dopo l'imbottigliamento, per almeno un altro mese in bottiglia. Fa comunque 14 gradi, non pochi.
Secondo assaggio: Barbera d'Alba S.Rosalia 2009. Il colore è simile al Dolcetto, forse leggermente più scuro e più corposo. Buono. Anche questo è vino da bersi giovane (fa 13 gradi), già dopo nove mesi dalla vendemmia. Viene affinato pure in acciaio ed imbottigliato con un tappo di... vetro!
Si tratta di una caratteristica di questa cantina: per evitare brutte sorprese, dovute al sapore di tappo, una ditta tedesca, cui la cantina si è rivolta, ha brevettato questo sistema
(vedere eventualmente
http://www.vino-lok.de/fileadmin/user_upload/images/pagecontent/PDF_Sprachen/Salesbooklet_ital_final.pdf )
“Il vino cambia ogni aanno... bisogna sempre sapere a quale anno ci si riferisce Â? mi dice Oreste Â? Pensare di bere sempre lo stesso viino, ogni aanno, perché proviene dallo stesso vitiigno e dallo stesso terreeno, è come pretendere di avere dei figli identici dalla stessa mooglie...”
Terzo assaggio: Barbera d'Alba Connubi Muscatel 2008. Questa Barbera è diversa dalla precedente, perché viene affinata in rovere di Slavonia (botti grandi) per un anno e poi per altri otto mesi in bottiglia. Vino più corposo dei precedenti (fa 14,5 gradi), si sente subito il legno. Buono anche questo, seppur non stratosferico.
Quarto assaggio: Barbera d'Alba Connubi 2008. Stesso procedimento della precedente, con l'unica differenza che viene tenuto in bottiglia un qualche mese in meno e che non proviene dal Muscatel. Straordinario gusto, moderata potenza, come piace a me. Me ne prenoto una bottiglia, numerata, costa 10 euro.
C'è il secchiello per sputacchiarci dentro il vino o per svuotare il bicchiere, è vero, ma... “Grassie Oreste... è perché sa... no vorìa gnà nca esagerà r...”
“Beva, beeva puure, questo è un vino che non ti salta in teesta, neh...” e così facendo l'Oreste ci prepara pian piano due fettazze di formaggio locale, simil Toma o Raschera, e ci mette davanti un paniere con numerosi grissinoni piemontesi.
La degustazione, mi è stato detto al momento della prenotazione, è gratuita.
Quinto assaggio: Langhe Nebbiolo 2009. Ottimo. Colore rubino, profumo delicato, sapore asciutto. Proviene, da quello che ho capito, da vitigni Nebbiolo di una zona più vasta e non viene affinato in legno. Costa poco, sette euro e mezzo, e me lo segno, da comperare assolutamente, anzi, ne prendiamo due.
“Non è mica detto che il vino che costa di più sia il miglioore, neh... - mi dice l'Oreste, interpretando già il mio pensiero e mettendosi a posto Â?l capelìn in testa Â? a ognuno piace quel che piaace...”
“Mi scusi Oreste, ma quanti anni ha?”
“Provi a sparaare...”
“Setantasète, le gambe de le done...”
“Bravo quasi, neh... son settantootto...”
“Ostinà ta! Complimenti...”
Sesto assaggio: Nebbiolo d'Alba S.Rosalia 2008. Questo vino viene affinato in rovere per un anno e per un altro anno in bottiglia. Non posso dire che sia tristo, è sempre una buona bevuta, ma il legno io lo sento troppo.
Settimo assaggio, passiamo al capitolo Baroli: Barolo Classico 2005. Granata intenso, ti entrano nel naso sensazioni floreali e speziate perfettamente miscelate: liquirizia, ciliegia, cacao, lampone... con un po' di fantasia Al gusto si presenta ricco, corposo ed elegante. Anche in questo caso scopro che non è tra i più premiati, ma non mi lega la lingua, come mi succede con gli altri Baroli di solito. Costa 17 euro, me lo segno da portar via.
Quando dico assaggio, non dico calice, però fate conto che ce ne sia metà . Arrivati a questa quota, ne bevo la metà della metà , il resto lo verso.
Ottavo assaggio: Barolo Sarmassa 2006. Il 2005, quello dei tre bicchieri del Gambero Rosso e dei cinque grappoli di Duemilavini, è stato fumato... A me questo non piace molto. Ho la lingua attorcigliata ed imbalsamata. Troppo complesso.
Nono assaggio: Barolo Bricco Sarmassa 2006, il più caro di tutti, 32 euro, ma idem come sopra.
“Il prezzo dei Barooli noi lo mettiamo a gusto noostro Â? mi spiega Oreste Â? se il vino ci piaace lo mettiamo più caaro, se secondo noi è venuto meno beene, lo mettiamo a prezzo inferioore...”
Decimo assaggio: Barolo Sarmassa 2004, sempre troppo legato.
Undicesimo assaggio: Barolo Connubi 2003, ancora troppo legno.
Dodicesimo assaggio: Barolo Castellero 2001. Oreste ci ha aperto una bottiglia nuova, incredibile. Non faccio mai affidamento fino in fondo sull'eccessiva longevità del vino, ma qui devo ricredermi: eccezionale, veramente... stesse caratteristiche dei precedente, ma improvvisamente amplificate e rese più morbide, più mature. Prendo anche questo, costa 23,50 euro. Mi viene spiegato che il Barolo raggiunge la perfezione tra gli otto e i dieci anni. E' proprio così.
In totale fanno 65,50 euro, che divido per due, visto che siamo in due, solo per prassi. Ho bevuto solo vini buoni e strabuoni.
“Oreste, mia moglie vorrebbe farsi una bella cantina, ma io non lo consento, non per cattiveria... ma dura poco il vino da me...”
“Ah la moglie Â? fa l'Oreste girandosi verso la Marta Â? religiosa ed eretica...”
Immenso.
Sgranocchiamo grissinoni ruvidi ed assaggiamo i formaggi, buoni.
Non ho ricordi di aver fatto così tanti danni ad una cantina.
“Oh Ni-inaaaaaaaaa, vien giù da basso che te vojo beeeeen...!”
La Marta al pomeriggio è stata costretta a prendersi un Maalox. Ce l'ho sulla coscienza.
Imperdibile!!!
[Tapparella]
10/12/2010